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lunedì

Il mio primo fiore.

A forza di parlare di rose affiora un piccolo e semplice ricordo che voglio condividere con voi.

Di certo non tutti saprete che ho una memoria di ferro, a volte mi sorprendo nel rivedere nitide e chiare immagini del mio passato che si perdono nella notte dei tempi.

Avevo pochi anni forse meno di 10, ero nella mia campagna a tirare pietre al gallo, vi confesso che non sopportavo quel suo gesto di mettere sotto le galline beccandole in testa, lo vivevo come una sopraffazione una violenza... il gallo era il mio nemico... a quei tempi avevo ancora bisogno di un nemico per vivere.

In sintesi, ero in queste faccende affaccendato, quando ci vennero a trovare degli amici di famiglia, genitori di una ragazzina della mia età, più o meno, che si chiamava Rosa.

Nonostante fossi un bimbo molto vivace quella bimba mi faceva uno strano effetto... io non ne capivo il motivo ma nei suoi confronti mi intimidivo.

Era la classica bimba di buona famiglia, chiara di capelli, biondina, carina, precisina, curatina, pulitina e profumatina insomma un trionfo di "ina".

A Rosa non mi veniva voglia di farle i miei consueti dispetti e bricconate, e neanche di mostrare le mie qualità di scalatore di alberi, di domatore di cani e tutto il repertorio pericolosissimo che ogni bambino ha in serbo per attirare le attenzioni. Quando c'era lei restavo ammutolito ed inerme a guardarla con la coda dell'occhio.

Dicono che le inclinazioni naturali si vedono già dalla fanciullezza e forse questo mio atteggiamento nei suoi confronti nascondeva un'inclinazione che, molto più tardi, si rivelò in una vera passione... un'attrazione, a volte, fatale.

Me ne stavo in un cantuccio come un imbecille, buono e bravo, cercando di nascondere le mie unghie rigate dalla terra, le scarpe sporche e il mio aspetto che di "ino" non aveva un bel niente.

Ad un certo punto mio padre, senza dire nulla, andò verso il bordo del campo e raccolse un fiorellino selvatico e me lo porse (ricordo qualcosa di viola sicuramente sarà stato un fiore di malva), accompagnando questo gesto con una sola occhiata che mi indicava la bella ragazzina e tornò alle sue faccende nei campi.

Sempre nel più assoluto silenzio, inconsapevolmente, presi quel semplice fiore e lo porsi a Rosa, offrendoglielo con gli occhi bassi ma il sorriso sulle labbra.

Accadde l'inverosimile... la ragazzina accolse il fiore con uno smagliante sorriso, mi disse grazie e... mi dette un piccolo bacio su di una guancia.

Fui felice quel giorno... e capì tante cose.

Da allora ho sempre amato i fiori ed in particolare le rose.

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